L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è una tecnica di psicoterapia che si è dimostrata molto efficace nel trattamento dei traumi e dei disturbi post-traumatici.
Attraverso la voce di una paziente vi racconto un’esperienza di prima mano sulle tecniche utilizzate e sui benefici che si possono ottenere attraverso questo percorso di terapia.
Il primo dicembre sono stata coinvolta in un incidente: una delle mie più care amiche di infanzia è stata investita davanti ai miei occhi ed io l’ho soccorsa rimanendo con lei per tutto il tempo necessario, fino all’arrivo dell’ambulanza; non era in buone condizioni, non è mai stata cosciente e nemmeno in presenza di medici aveva dimostrato miglioramenti, la situazione era davvero critica per lei ed eravamo tutti in pensiero.
Le immagini dell’incidente e le emozioni erano vivide e forti dentro di me, ma pensavo di avere tutto sotto controllo, sarebbero bastate un paio di settimane e, appena lei sarebbe stata meglio, lo sarei stata anche io, ne ero convinta. E invece dicembre è stato un mese difficile, scoppiavo a piangere in classe, non riuscivo più a guardare le persone attraversare la strada e avevo incubi che non mi permettevano di dormire la notte. Ogni volta che la mia mente si rilassava e si liberava dallo stress causato dalla scuola, le immagini erano lì ma, peggio ancora, le emozioni mi travolgevano all’improvviso e non riuscivo più a vivere serenamente anche i più semplici momenti della mia routine. Un giorno, tornando da allenamento, sono crollata e ho capito che due settimane non sarebbero mai potute essere abbastanza per riprendermi senza l’aiuto di qualcuno.
Erano le vacanze di Natale e quindi ho cominciato a frequentare le sedute di EMDR a gennaio.
Mettere le proprie paure, le proprie emozioni e i propri disagi in mano a persone che non si conoscono non è facile, e nemmeno invitante a dirla tutta. A volte tendo a credere di essere l’unica in grado di capire come sto veramente ma, a lungo andare, convivere con l’ansia e lo stress lo rende evidente anche a chi ci sta intorno e compromette la nostra capacità di essere felici.
Grazie all’EMDR ho capito perché stavo male, perché non riuscivo a nascondere tutto ‘sotto un tappeto’ e andare avanti con la mia vita; ho anche imparato prima ad evitarlo, poi ad accettarlo, conviverci e infine a guardare davvero in faccia ciò che pensavo fosse il problema e rendermi conto che in realtà era tutto nella mia testa.
“È tutto nella tua testa”, me lo sono detta spesso, ed ho continuato fino a che non ho realizzato che io dentro la mia testa ci vivo e che non posso autosabotarmi aspettandomi pure dei risultati positivi.
Grazie alla prima seduta ho imparato ad aggrapparmi a momenti felici quando quelli bui si rifiutavano di lasciarmi in pace, dalla seconda ho capito il motivo per cui non riuscivo ad andare avanti e, dalla terza in poi, ho cominciato ad andare avanti. Non ho riavuto subito indietro il mio equilibrio e non è stato sempre piacevole guardarmi dentro e accettare certe cose, ci ho messo tutte le mie energie perché volevo stare meglio e rivolevo indietro la vecchia me.
Dopo aver partecipato ad altre tre sedute, ho cominciato a vedere più chiaramente le cose: non avrò indietro la vecchia me, perché non posso cambiare ciò che è successo, ma ho scoperto un mio nuovo io, molto più maturo ed in grado di affrontare le situazioni in modo diverso: ho imparato a convivere serenamente con l’incidente e l’ho reso una parte costruttiva del mio percorso; ho capito che la vita è importante e che deve essere vissuta senza preoccupazioni futili.
Oggi è il 17 marzo e sono appena tornata a casa dalla mia ultima seduta, ho riavuto indietro il mio equilibrio, non ho incubi da più di un mese e non ho dimenticato ciò che è successo, ma ne ho tratto degli insegnamenti importanti: io non sono sola, anche se a volte cerco di convincermene e, se avrò bisogno, ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarmi, devo solo chiedere.