
Dott. Marco Gioele Pasqualotto
Psicologo clinico e forense
Sono Marco Gioele Pasqualotto e sono uno psicologo clinico e della riabilitazione, sono specializzato in psicodiagnostica clinica e forense. Attualmente sono specializzando presso la scuola europea di psicoterapia ipnotica Ericksoniana.
Il mio percorso professionale nell’ambito della cura e del sostegno delle persone nasce con l’esperienza di volontariato, ancora in giovane età, presso le comunità psichiatriche e delle case di accoglienza per anziani.
Perché la psicologia
Avvicinandomi a questo mondo ho voluto avere un ruolo più attivo nella cura delle persone e mi sono dedicato allo studio fino a laurearmi in infermieristica e ad essere quindi infermiere prima e poi coordinatore infermieristico per 10 anni in ambito oncologico presso l’istituto oncologico della Svizzera italiana.
In questi anni ho maturato in me la consapevolezza di quanto sia importante per le persone sentirsi accolte, capite e ascoltate sia in situazioni di malattia che a volte possono sembrare senza uscita, sia in situazioni di benessere nell’ordinarietà della vita.
Il mio ruolo di infermiere mi ha portato a contatto con la sofferenza e mi ha insegnato a “farmi vicino”. Il mio ruolo di responsabile dell’unità operativa di oncologia mi ha invece fatto capire quanto sia fondamentale il ruolo di leader per le persone, per farle sentire sicure, sostenute e per donare a loro la consapevolezza che c’è chi le guida e le può portare al raggiungimento di obiettivi ben definiti.
Specializzazioni
Ho iniziato ad usare la psicologia senza conoscerla e mi sono reso conto di quanto questa fosse importante e lo fosse a livello trasversale nella vita di tutte le persone, incluso me stesso.
Ho deciso dunque che dovevo capirne di più e che dovevo farlo in maniera seria e ben strutturata.
Mi sono messo nuovamente sui libri, mi sono iscritto all’Università e sono giunto ad acquisire una seconda laurea magistrale in Psicologia clinica e della riabilitazione.
Durante i miei tirocini e nei miei primi incarichi come psicologo presso vari studi di psicologia ho avuto modo di confrontarmi anche con situazioni di disagio psicologico con risvolti in ambito legale e ho visto quanto sarebbe stato importante essere davvero d’aiuto, in maniera realmente consapevole e professionale, al mondo della giustizia.
A questo punto mi sono iscritto ad un master universitario di secondo livello in psicodiagnostica clinica e forense. Questo mi ha permesso di collaborare in maniera più attiva, anche offrendo formazioni agli avvocati presso il foro del tribunale di Como.
Con questi due titoli ho potuto delineare quelle che sono le due attività che mi delineano come professionista e quindi l’ambito clinico e l’ambito forense.
Psicologia Clinica
Essere psicologo clinico e della riabilitazione significa mettersi a fianco della persona mantenendo uno sguardo sulla sua globalità e sui suoi bisogni a tutto tondo.
Questo è quello che amo fare, detto in breve, mi piace camminare assieme alle persone che si affidano a me, scegliere assieme la strada che vogliamo percorrere costruendo gradualmente la fiducia che contraddistingue una relazione con una figura come quella dello psicologo.
L’obiettivo di questo camminare assieme è quello di andare in un luogo, dove si possa davvero stare bene, dove ci si senta al sicuro, forti e realizzati.
Essere noi stessi e fuori da qualsiasi giudizio.
Psicologia Forense
Fare psicologia forense significa affiancare giudici, avvocati e professionisti del mondo giuridico nel percorso di conoscenza della personalità delle persone e definirla nei particolari attraverso strumenti conoscitivi specifici dandone una descrizione rispettosa dei criteri scientifici e il più possibile oggettiva la quale possa consentire decisioni clinico terapeutiche o giuridiche.
Mi sono occupato anche di Magistratura Onoraria presso il Tribunale dei Minori di Venezia.
Contattaci, senza impegno, anche solo per informazioni e avrai già fatto il primo passo per mettere in moto il cambiamento.
“Credo nel punto e virgola e in tutto ciò che non abbia la superbia di sentirsi definitivo”
Ida Bauer