Lo smart working è una nuova filosofia manageriale che mette in discussione i vincoli tradizionali del luogo, orario e strumenti di lavoro, lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, valorizzazione dei talenti e fiducia diventano principi chiave per una maggiore responsabilizzazione sui risultati.
Perché tale approccio funzioni, occorre fare chiarezza su cosa è e non è lo smart working, perché di fronte alla possibilità di riprogettarsi, pensare male non è un buon inizio.
Innanzitutto tutto lo smart working non è telelavoro. Il telelavoro, in estrema sintesi, è l’introduzione di una flessibilità prevalentemente legata al luogo fisico in cui si lavora: è la possibilità di lavorare da una postazione fissa diversa e distante da quella dell’ufficio.
Lo smart working vero e proprio propone invece un approccio più ampio che richiede di acquisire o consolidare alcune capacità e atteggiamenti utili anche nelle forme di lavoro tradizionale, oltre che nello smart working:
– Gestione del tempo e organizzazione delle attività;
– Assertività e “difesa dei confini”;
– Feedback e comunicazione;
– Autonomia, propositività e responsabilità;
– Uso delle soluzioni tecnologiche disponibili.
Tutti coloro che hanno un ruolo di responsabilità di altre persone sono cruciali nel buono o nel cattivo funzionamento dello smart working. Tra i focus sui quali i manager devono riflettere e riprogettare il loro modo di gestire le persone si segnalano:
- Esplicitare l’organizzare del lavoro e chiarire le aspettative;
- Dare e ricevere feedback;
- Relationship building;
- Delega e controllo basati sulla fiducia;
- Leadership;
- Ingaggio e motivazione.
All’allenamento di capacità professionali è bene affiancare un rafforzamento delle proprie qualità personali. È consigliato favorire una buona autostima, un senso di controllo (locus of control interno) ed auto-efficacia, consapevolezza di sè e intraprendenza. D’altro canto, è meglio evitare un eccesso di compiacenza e desiderio di accettazione, perfezionismo, dipendenza dagli altri, bisogno di controllo, bassa autostima.
Si mette quindi al centro dell’organizzazione la persona per far convergere i suoi obiettivi personali e professionali con quelli dell’azienda e aumentare la produttività.
Imparare a lavorare smart significa sperimentare e riflettere. In molte sessioni di coaching, soprattutto di piccolo gruppo, il valore aggiunto che emerge è proprio la condivisione dell’esperienza: quando è positiva, il gruppo diventa una piccola comunità di buone pratiche; quando è critica il gruppo diventa luogo di analisi, confronto, problem setting e problem solving e ciascuno insieme agli altri diventa più capace di apprendere dall’esperienza.
Per imparare a lavorare smart, è importante la sperimentazione ma anche la riflessione sull’esperienza.
Quindi, è bene prendersi dei tempi “protetti” in cui riflettere sul quel che stiamo facendo, per ripartire in modo più lucido e intenzionale.
Se vogliamo in futuro lavorare e farlo in smart working dobbiamo desiderarlo e progettarlo: dipende anche da voi e può essere utile cominciare a farlo adesso.
La recente emergenza sanitaria ha costretto molti ad abbandonare in fretta e disordinatamente modi di lavorare abituali e quelli nuovi richiedono, non solo di fare, ma anche di pensare in maniera differente.
Questa è la reale sfida…
Il lavoro dovrebbe essere riconcepito prima ancora che riprogettato. Siccome il concepimento (di bambini, di progetti, di idee) richiede accoglienza, tempo e pazienza, anche questa fase di sperimentazione deve essere accolta per ciò che è in grado di portare. Al nostro faticare, sul piano pratico ed emotivo, possiamo dare un senso e una direzione affinché diventi generativo e promettente. Se hai intenzione di riprogettare il futuro in questo senso e vuoi una mano a farlo, contattami! Possiamo investire in questo momento difficile e ci possiamo allenare a ciò che ci sarà chiesto in futuro. Ciascuno di noi, insieme agli altri, ha davvero la possibilità di trasformare un momento di impasse in un momento di passaggio: la crisi ha tra le sue pieghe la possibilità di cambiamento.
Se desideri essere protagonista del tuo cambiamento e pensi di necessitare di un aiuto da un esperto contattaci