THEODORE LIVELLO BEIGE
Era abituato ad ascoltare le storie del suo amico, di lui si fidava, era carismatico ed era forse il vero modello che lo ispirava: ciò che raccontava e i ragionamenti che faceva erano in fondo sempre gli stessi e Theodore sapeva di averli ormai appresi e fatti suoi. Le sue parole entravano nelle orecchie ormai come un singolare ronzio che si confondeva con il frinire costante e monotono delle cicale.
Aveva perso, o forse lasciato andare, il senso delle parole che stava solo sentendo e volutamente non ascoltando; non più. Piuttosto, stando seduto sul gradino del suo furgoncino giallo rigato Volkswagen, sotto il sole battente, guardava le crepe comparse sotto la pianta dei suoi piedi e ci vedeva i solchi degli pneumatici della sua casa viaggiante su gomma, o forse, ci vedeva quella vecchia cartina geografica ingiallita che lo aveva condotto ad Haight Asbury. Il fumo della marijuana e il suo acre e familiare profumo viaggiavano a mezz’aria e non erano sufficienti ad appagare il suo olfatto e tanto meno il suo istinto di sentirsi libero.
Non riusciva ad ascoltare altro di sé stesso se non i suoi istinti. Con questi si sentiva sicuro, a suo agio: sapeva come gestirli e lo poteva fare in ogni momento. Li poteva anche dominare ma infondo era più facile e più divertente assecondarli e soddisfarli.
Sorseggiò dal collo di un bottiglia di vetro una bevanda alcolica il cui nome in fondo non faceva la differenza, diede un morso ad un panino unto e già morso per metà e si diresse, nudo nel petto e nei piedi e con un fiore di campo tra le dita, da Dorine.
LETTURA DEGLI SPUNTI PERSONOLOGICI
Il personaggio che abbiamo appena conosciuto, anche se di striscio, ci mostra delle caratteristiche ben precise della sua personalità.
Theodore è un giovane uomo che si rapporta con sé stesso concentrandosi sui suoi bisogni e sull’ascolto dei propri istinti. Le necessità basilari sono quelle che guidano il suo agire e i suoi obiettivi sono tendenzialmente riferiti solo a sé stesso. La necessità di non crearsi troppe sovrastrutture viene soddisfatta sfuggendo la realtà attraverso l’uso di sostanze che danno uno stato di benessere ricercato e necessario. Il soddisfacimento dei suoi bisogni lo porta a non riflettere troppo sul senso delle sue azioni. Theodore si pone davanti all’istinto della fame in maniera automatica e riflessa tanto quanto è automatica la scelta di andare da Dorine per soddisfare un bisogno sessuale che sorge come improvviso e che repentinamente lui soddisferà.
Theodore non pensa molto. Theodore si accontenta di quello che la vita gli mette davanti. Non programma il futuro e vive alla giornata.
Nel rapportarsi con gli altri ancora una volta fa prevalere il suo bisogno: chi lo circonda diventa il mezzo per raggiungere un obiettivo, emulando il suo agire o altrimenti lo porta ad essere uno strumento per soddisfare un suo bisogno.
A livello sociale preferisce relazioni non troppo organizzate in cui si possa inserire nel momento del bisogno ma dalle quali si possa sottrarre se diventano scomode. Si lega occasionalmente quando questo gli consente di raggiungere degli obiettivi per poi tornare a concentrarsi su di sé.
Riconosce in poche persone dei modelli da imitare. Solitamente individua questi modelli a partire dall’esperienza che maturano e dai risultati che raggiungono. Imita e ripercorre le orme di persone più navigate. Non mira a misurarsi con i suoi modelli, non ha interesse ad eguagliarli ma li individua come importanti quando capisce che replicando ciò che fanno ne ha un beneficio.
Si inserisce nel suo ambiente di vita adattandosi allo stesso e non adattando l’ambiente alle sue necessità. Si accontenta di ciò che la vita offre.
La frase che descrive il livello beige è che la vita è così com’è.
Cosa potrà far cambiare il modo di porsi di Theodore rispetto alla vita? Potrà cambiare modo di pensare e di vivere?
Quando le condizioni di ciò che circonda Theodore cambieranno e lui stesso si sentirà troppo a disagio, il nostro giovane uomo comincerà a chiedersi perché. Questo momento sarà l’inizio della svolta.
Avete mai notato come un bambino che urta contro uno spigolo incolpa lo spigolo stesso di essere stato cattivo e averlo ferito?